La Pedofilia: un fenomeno sociale arcaico

Il problema della pedofilia è un fenomeno in espansione e non solo non accenna a diminuire, ma è sempre più potente ed impunito. L’intervento drastico sembra diventare un’emergenza, che come tutte le altre, fa reclamare pene più aspre. La società ha bisogno di difendersi da questo fenomeno primordiale, senza però minacciarla con leggi che abbiano la pretesa di voler curare il “male” finendo per travolgere anche i diritti fondamentali dei cittadini comuni. Infatti, non bisogna confondere l’attrazione innocua per i bambini con la violenza sessuale, estranea ai sentimenti puri. Si corre il rischio di linciare un povero nonno che si prende cura del suo nipotino nel momento in cui lo aiuta a fare la pipì.

Il dato più grave è che negli ultimi anni le denunce sono calate. I genitori hanno paura, si rivolgono ai consultori per l’infanzia, ma poi non denunciano l’accaduto perché non si sentono protetti dalle istituzioni.

Eppure le leggi ci sono e più aspre non servono. Basterebbe guardarsi di più intorno ed essere più attenti a coloro che solitamente circondano i nostri bambini. Non dimentichiamo che il luogo privilegiato del pedofilo è solitamente in primis la famiglia, poi la scuola, le amicizie, gli oratori, ecc., tutti luoghi dove colui che ha avuto una cattiva educazione o un rapporto disturbato con la sessualità trova sfogo in modo perverso e violento.

Ma chi è il “pedofilo”? tutti se lo chiedono, ma nessuno ad oggi è riuscito a darne un’identità ben precisa. Alcune statistiche lo identificano come un individuo (uomo o donna) sposato con figli, professionista. L’età non è un elemento discriminante, ma spesso sono giovani. Generalmente sono impegnati in attività sociali con i bambini, membri rispettati dalla società, stimati dalla comunità cui appartengono. Fin dall’adolescenza il pedofilo intuisce la sua diversità e scopre che le sue pulsioni non sono socialmente accettabili. Ha coscienza di essere malato, ed impara così a essere prudente, non aggressivo. Il suo comportamento è seduttivo e passivo. Per coinvolgere un minorenne non ricorre alla violenza perché sa bene che per sedurlo non deve promettergli piacere fisico, ma affetto e protezione. Egli cerca di far passare ogni atto perverso come una cosa normale, facendo forza sulla fiducia che il bambino ha nei suoi confronti. E se il piccolo intuisce che quel gioco “è male” si passa alle minacce e ricatti. Lo tiene in pugno facendolo sentire in colpa, come se quell’atto perverso fosse opera sua, arrivando ad uccidere pur di soddisfare il suo desiderio di possesso.

Cosa possiamo fare per controllare questo fenomeno in espansione? Per prima cosa bisognerebbe cominciare la “cura” eliminando completamente tutti quei siti ufficiali che imperversano in internet e che tutelano i  pedofili. Impresa a dir poco mondiale, visto il giro di affari che gravita su questi portali web. Ma la cosa più contraddittoria e che detti siti comprendono pareri di avvocati, psicologi e psichiatri che spiegano come difendersi dalle possibili denuncie e che giustificano questo tipo di patologia come una cosa del tutto naturale, giustificando il caso come un semplice fatto di cultura della nostra società, in quanto esistono paesi al mondo dove la pedofilia è un fatto normale. In questo modo si eliminano anche tutti gli eventuali sensi di colpa. Addirittura esistono case editrici (delle quali ometto il nome), che del tutto lecitamente pubblicano diari di pedofili e romanzi sulla pedofilia. Tutto sembra assolutamente legale.

Ma allora bisogna chiedersi se tutta questa smania di vendetta trasversale e di leggi più severe, possano essere risolutrici del fenomeno, oppure è solo un modo come un altro per tranquillizzare le nostre coscienze ipocrite e borghesi? Ricordiamoci che la società che ci circonda è quella che noi stessi abbiamo creato e che quindi spetta sempre a noi fare il primo passo per cambiarla. Impresa alquanto difficile così come quella di debellare fenomeni secolari come la prostituzione, l’omicidio, l’estorsione, ecc.. non possiamo far altro che tenerle almeno sotto controllo.

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