PROFESSIONE COUNSELOR

 

 

Premessa:

 

Il 18 maggio 2000, il CNEL consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, ha presentato il 4° rapporto di monitoraggio sulle associazioni delle professioni non regolamentate, nel quale è stata acquisita la professione del counseling. La S.I.Co., Sociatà Italiana di Counseling, ha creato il primo Albo Professionale Italiano dei Counselor, con l’intento di affermare tale professione anche in Italia, secondo le normative Europee.

 

Nel corso degli ultimi 15 anni, sono state date alcune definizioni di counseling e di counselor sufficientemente chiare a definire la finalità di questa nuova professione; mentre, definizioni generiche e alquanto riduttive sono state date quando si è trattato di indicare i fattori che denotano la specificità e i suoi confini.

 

  • Si va da enunciazioni piuttosto ampie e generiche, come quella di Reddy, nel 1994: “un insieme di tecniche che aiutano le persone a gestire i loro problemi utilizzando le loro risorse personali”
  • Ad affermazioni più specifiche, come quella della E.A.C. (European Association for Counseling), nel 1995: “un processo di apprendimento interattivo che affronta con metodo Olistico, problematiche sociali, culturali, ed economiche.
  • O della S.I.Co. (Società Italiana di Counseling) nel 2000: “lavorare con sentimenti, pensieri, percezioni, e conflitti interni ed esterni”

 

Le diverse definizioni appaiono disomogenee per quanto riguarda la metodologia e le tecniche. Definizioni che comunque lasciano aperto il problema della specificità del counseling rispetto alla socio-psico-terapia.

Per quanto riguarda la professione del counselor, si dice che lavora prevalentemente con il pensiero e il comportamento del cliente, ma questo non significa che le emozioni debbano essere escluse dal processo di counseling.

Il punto è come lavorare con le emozioni del couseling per aiutare i clienti o i sistemi clienti, e sviluppare la consapevolezza e/o capacità di trovare e valutare alternative, sia per la soluzione dei problemi che per la crescita personale.

A questo proposito, lo Studio di Ricerche Sociologiche di Bisceglie, ha promosso un’indagine, finalizzata a identificare alcuni “indicatori” della specificità del “fare counseling” secondo la prospettiva dell’Analisi Transazionale, avendo come fonte di informazione l’esperienza concreta di alcuni counselor, interpellati attraverso la somministrazione di un questionario semistrutturato ed etero-somministrato tramite il sito web www.socioterapia.org .

 

 

 

 

Il campione esaminato, è risultato composto da 43 professionisti intervistati. Si tratta di un campione limitato che, ovviamente, non ha pretese di significativa statistica, ma che comunque offre uno spaccato interessante dal punto di vista delle diverse articolazioni e degli aspetti critici del fare counseling.

I counselor che hanno risposto al nostro questionario si presentano come caratterizzati da forti eterogeneità per quanto riguarda:

 

  1. la formazione di base
  2. i campi applicativi
  3. i destinatari (target) del loro intervento

 

 

  1. LA FORMAZIONE DI BASE

 

Rispetto alla formazione di base, la Tabella n.1 e la Figura n.1, relative al titolo di Studio, ci dicono, come era prevedibile, che i counselor provengono da esperienze di studio molto diverse.

 

Tabella n. 1

 

Titolo di Studio Frequenza Percentuale
Laurea in Psicologia 6 14.3
Dipl. Educaz. Prof.le 5 11.9
Laurea in Lettere 4 9.5
Laurea in Filosofia 4 9.5
Dipl. Ass. Sociale 4 9.5
Laurea in Medicina 3 7.1
Laurea in Pedagogia 3 7.1
Laurea in Sociologia 3 7.1
Maturità Classica 3 7.1
Dipl. Ass. Com. Inf. 2 4.9
Laurea Scienze Edu. 1 2.4
Laurea Scienze Pol. 1 2.4
Laurea Ingegneria 1 2.4
Maturità Scientifica 1 2.4
Maturità Magistrale 1 2.4
Altri 42 100

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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